Pinza veneta dell'Epifania

Il nome “Pinza”, di questo dolce veneto e tipico dell’Epifania, è in uso nelle zone di Padova, Treviso e Venezia mentre nelle zone di Vicenza è chiamato “Maccafame”. Se il 5 di gennaio, all’ora dell’imbrunire, intorno alle 17, ti trovi nelle zone dell’Nordest trovi sicuramente dei falò e tanta gente intorno. Noi nel nostro dialetto lo chiamiamo “Pan e vin”.
Il Pan e vin è un’antica tradizione che risale all’epoca pre-cristiana e portata ai giorni nostri dalla cultura contadina. In sostanza si brucia il passato che è rappresentato da un fantoccio (in dialetto chiamato “vecia”) e si cercano i nuovi auspici per l’anno nuovo appena iniziato osservando la direzione che prendono le faville e il fumo dei falò: se vanno verso est sarà un anno ricco e dai raccolti abbondanti al contrario invece se andranno verso ovest. Le versioni di questo dolce tipico sono svariate e cambiano da provincia a provincia, da paese a paese e addirittura di famiglia in famiglia. Inoltre tradizione vuole che venga mangiata dopo fatto il "Pan e vin" e qui nella mia zona si dice anche che bisogna assaggiare almeno 7 tipi diversi di "Pinza" perché porti fortuna per l'anno nuovo. Io non sono superstiziosa..ma nel dubbio assaggio tutte quelle che trovo! 
Questa ricetta non è quella della mia mamma ma mi è stata data dalla mia amica Roberta ed è una delle innumerevoli versioni che puoi trovare, questa è quella che faceva la sua nonna, praticamente è una versione rivisitata di quella che era la ricetta originale di moltissimi anni fa. Inoltre bisogna dire anche che non esisteva una ricetta con pesi ed ingredienti precisi perché questo dolce era fatto ad occhio e con quello che c'era in casa. Ad oggi invece troviamo molte ricette trascritte con pesi e ingredienti più precisi.
Cosa ti serve
per una teglia di circa cm. 24X30
200 gr. di pane raffermo
500 ml. di latte intero
150 gr. di farina 00
50 gr. di farina di mais fioretto
150 gr. di zucchero
2 uova
1 bustina di lievito per dolci
80 gr. di burro fuso
50 gr. di pinoli
200 gr. di fichi secchi morbidi
50 gr. di noci
100 gr. di uvetta sultanina
1 bustina di vanillina
2 mele grandi ( ca. 500-550 gr. di peso)
1 cucchiaio si semi di finocchio (facoltativi)
Buccia grattugiata di 1 limone
Buccia grattugiata di 1 arancia
Rum o grappa o marsala per ammorbidire l’uvetta
Come si fa
In una terrina abbastanza capiente metti il pane raffermo tagliato a pezzetti, versaci sopra il latte e lascia in ammollo per circa mezz’ora. Nel frattempo prepara il resto degli ingredienti.
Taglia a pezzetti i fichi secchi, trita grossolanamente le noci e lava sotto l’acqua tiepida l’uvetta e mettila in ammollo nel rum o grappa o marsala.
Fai sciogliere il burro e lascialo da parte, sbuccia le mele e frullale.
Quando il pane sarà ben ammollato frullalo con un normale sbattitore finché otterrai una crema. Aggiungi ora lo zucchero, le uova, le mele frullate e sempre aiutandoti con lo sbattitore amalgama bene il tutto. Aggiungi la buccia grattugiata dell’arancia e del limone, la vanillina, il burro fuso, i pinoli, i fichi, le noci, l’uvetta ammorbidita e senza strizzarla e un poco del rum o grappa o marsala usata per ammorbidirla e i semi di finocchio (facoltativi). Infine aggiungi le farine con il lievito. Volendo si può usare solo farina 00 oppure aumentare la farina di mais e diminuire quella 00.
Versa il composto in una teglia imburrata e infarinata e metti in forno a 180 gradi per circa 50-55 minuti. Fai raffreddare, taglia a fettine o a pezzetti e servi.
E' buona sia tiepida che fredda e si mantiene per alcuni giorni.




A presto...Stefania



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